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Questa one shot l'ho scritta due anni fa in occasione di un contest. Il tema era che, Maya o Masumi dovevano scrivere in un diario i loro sentimenti più profondi e inespressi.
Titolo: Il Fiore Selvatico
Protagonista: Masumi
Breve descrizione: Romantica sentimentale. Masumi affida alle pagine di un diario, ciò che sente per Maya
La lieve brezza entrava dalla finestra socchiusa muovendo le tende come una danza libera e senza vincoli, portando con sé gli odori e i rumori della strada, i ricordi, le stagioni di un tempo lontano perduto, un tempo vissuto sempre indugiando ai margini della propria vita. L’inquietudine e il groviglio di sentimenti contrastanti, portava nell’animo di Masumi un bisogno vivo e disperato di scrivere, mettere sulla carta e per la prima volta nella sua vita, tutto quello che sentiva dentro, dire tutto liberamente, senza convenzioni, né dover recitare una parte che non gli apparteneva. Si sentiva sulla scena coi riflettori accesi e puntati su di lui, ma non aveva nessuna voglia di recitare per interpretare qualcuno, voleva essere finalmente sé stesso, libero e senza tempo.
In quei giorni si era recato nella valle dei susini in fiore per poter incontrare Maya, voleva vederla, seguirne le prove per quella parte difficilissima, la Dea Scarlatta. Aveva voluto raccontare a sé stesso di essere finito lì per caso, per lavoro, ma questa menzogna era adesso davanti ai suoi occhi nella verità spietata e senza veli, sapeva che non dovevano mai più esserci maschere se voleva essere felice.
“… essere felice…” si disse in un sussurro. Gli parve di aver pronunciato un’eresia, solo a pensare queste parole, eppure… Eppure, quel diluvio di stelle che entrava senza invito e con prepotenza nella stanza bisbigliando, la luna piena in mezzo al cielo tutta bianca e senza ambiguità, quella melodia malinconica che gli arrivava in sordina da una casa lontana, gli ripetevano in coro che il momento della verità era giunto, non si poteva più rimandare. Masumi buttò lo sguardo su quel tavolo pieno di libri, riviste, fotografie. Un quaderno bianco con una storia ancora tutta da raccontare lo fissava con insistenza. La mano si mosse quasi inconsapevole verso di lui, la stilografica era già nelle sue mani… le parole vennero da sole come un fiume in piena che ha appena rotto gli argini.
“Maya, io ti amo, sì è così e ti voglio per me, senza ostacoli, né convenzioni sociali. Ora so che negare questo sentimento, sarebbe come voler trattenere un pugno di sabbia: più la stringi e più ti sfugge. La prima volta che ci siamo incontrati, è stato per me un riconoscersi, perché ti aspettavo da sempre, da prima ancora che tu nascessi, io sapevo che c’eri… quel vuoto incolmabile che sentivo dentro, perché non ti trovavo. Eri già nel profondo del mio cuore, nei fiori che sbocciano in primavera, nella rugiada che li fa splendere al mattino, nella pioggia e nel vento, in una canzone, nei giochi infantili, negli sguardi della gente, negli studi, nel mio lavoro… in questa notte stellata che non avrà mai fine.”
Sì fermò alcuni istanti, tenendosi il capo tra le mani, guardando quella pagina senza riuscire a leggerla, se non attraverso un velo liquido che gli inumidiva lo sguardo. La dolcezza di quel sentimento lo invase in tutta la sua persona, fin nel più profondo nell’anima. Si spaventò di quella gioia sconosciuta, ebbe paura: quello che sentiva dentro non aveva più niente di terreno, era totalmente fuori dallo spazio e del tempo.
Riprese a scrivere come guidato da una forza ignota.
“Tu sei inarrestabile come un fiore selvatico che non ha bisogno di niente per nascere, ma cresce da solo sfidando coi suoi vivi colori e gioiosa impertinenza il sole bruciante, il vento crudele, la pioggia incessante. Il suo fascino è disarmante, perché non ha barriere di nessun genere, non ha obblighi, doveri, sensi di colpa, rimorsi… per questo è incantevole e basta solo allungare la mano per coglierlo… esattamente come vorrei poter fare con te. Sei sempre lì, ancora più viva e vera, nessuno può strapparti via… ho fatto di tutto per negare a me stesso quello che provo per te, ma questo non ha fatto altro che attirarmi ancora di più verso questo amore che volevo a tutti i costi credere impossibile, ho messo muri di razionalità che pensavo invalicabili… l’età, la condizione sociale, i ruoli. Li hai abbattuti come fossero di cartone col tuo sorriso, la tua spontaneità, l’amore incondizionato per l’arte, il tuo sacrificarti senza risparmio per fare sempre meglio. Hai fatto tutto questo col cuore e questa lama infuocata ha trafitto il mio, che sanguinerà per sempre se non si unirà a te. Ti cerco in ogni volto di donna che incontro, in ogni fruscio di abito femminile, nelle voci della gente, nel mutare delle stagioni, in un corso d’acqua, e… in quei meravigliosi susini in fiore. So già che domani, la luce spietata del sole, riderà di queste mie parole e io avrò già distrutto questa pagina. Metterò davanti a me tutti i muri che con la tua grazia innocente avevi fatto cadere… ma prima che venga domani, io ti rivolgo una muta supplica. Quello che sto scrivendo per te, tu scrivilo a me adesso, in questo istante… e al primo raggio di sole che vedrò, glielo mostrerò sorridendo. La sua lama di luce crudele si prenderà gioco di noi, di questo nostro sentimento, ma io continuerò a sorridergli e lui non potrà spegnere il nostro amore, se non spegnendo sé stesso e ottenebrando il mondo.”
Fine
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